Trabia e la Targa Florio

Trabia la possiamo definire la “porta” della Targa Florio con il castello della famiglia Lanza come fulcro centrale prima per Vincenzo Florio e dopo per il suo nipote prediletto Raimondo Lanza, pensate quante volte Don Vincenzo si sarà fermato a soggiornare nel castello del cognato Pietro Lanza assieme alla sorella Giulia, o quante riunioni saranno state condotte da Raimondo Lanza dopo la ripresa della Targa nel secondo dopo guerra.

Le prime edizioni del dopoguerra vedono Raimondo Lanza di Trabia Presidente del Comitato Esecutivo della gara. Come Presidente decise che la Targa Florio del 1948, 1949 e 1950 si disputasse sulle strade del “Giro di Sicilia” e che le vetture transitassero nei paesi costieri palermitani e quindi anche da Trabia. Raimondo Lanza di Trabia partecipò anche come pilota alla 32° Targa Florio 8° Giro di Sicilia (1948) “ritirato” ; 33° Targa Florio 9° Giro di Sicilia (1949) “16° assoluto” e 34° Targa Florio 10° Giro di Sicilia (1950) “ritirato”. In fine nel 1984 ci fu un passaggio da Trabia della 68° edizione della Targa Florio in versione Rally.

Foto Fratelli Terrasi
Foto Fratelli Terrasi
Foto Fratelli Terrasi
Foto Fratelli Terrasi

Ma facciamo un salto in dietro nella storia e vediamo come è nato questo mito, la Targa Florio è nata nel 1906, l’anno in cui si com­piva il ciclo della Coppa Gordon Bennett, la manifestazione che aveva maggiormente contribuito con la sua regolamentazione all’avvio di quella disciplina, che regge tuttora la attività sportiva automobilistica, ed al razionale orientamento della tecnica del nuovo mezzo di trasporto, e quindi della industria. Tra la corsa ideata e voluta da Vincenzo Florio, e quella indetta e dotata del prestigioso trofeo che porta il nome del magnate americano, c’è un innegabile rapporto sia Gordon Ben­net, che Vincenzo Florio, intuirono che l’avvenire dell’automobile era nella competizione.

Grosso – ritratto di Vincenzo Florio 1917
Prima Targa 1906

Ma mentre il primo pose alla base della sua ma­nifestazione, una serie di norme e di regole che tendevano a contenere la evoluzione del nuovo veicolo, entro i limiti con­venienti, Florio proponendosi gli stessi scopi, pose alla base della sua Targa, il terreno di gara. Un terreno che, attraverso le sue difficoltà, imponeva soluzioni e strutture necessariamente prati­che ed indicative. Gordon Bennett, in altre parole, aveva aperto la via alle così dette “formule di corsa” mentre Florio aveva proposto quel suo tormentoso circuito delle Madonie, che ha tanto contribuito al perfezionamento dell’autovettura. Tutte le maggiori case europee sono passate attraverso il vaglio di questo circuito, con i loro prodotti ; tutti i più grandi campioni vi si sono cimentati. La Gordon Bennett, iniziata nel 1900, concludeva il suo ciclo nel 1905; la Targa Florio, pure attraverso difficoltà e ostacoli, non soltanto vive ancora, ma sembra più necessaria ai fini del progresso tecnico, e più che mai valida ai fini della valutazione dei campioni dello sport dell’automobile, che è quanto dire dello stile e della tecnica di guida. Stile e tecnica che, naturalmente, sono andati progredendo o, comunque, trasformandosi con la evoluzione della tecnica delle costruzioni stradali, e soprattutto con il trasferimento dell’attività sportiva dalla strada alla pista, al circuito stradale ammodernato. Quando la Targa Florio nasceva, s’era appena superato il periodo della carrozza a cavalli, e si affrontavano i primi problemi di architettura e di struttura del nuovo mezzo meccanico. È proprio del 1906 la prima autovettura italiana, l’Aquila Italiana, progettata da Giulio Cesare Cappa, con motore, frizione e scatola del cambio in blocco. E di questo stesso anno il primo tentativo di vetturetta di tipo economico, studiato e realizzato da Faccioli.

Poli – Targa Florio 1929
Bradley Margareth – Alle tribune – Targa Florio 1928

La prima vettura che vinceva la Targa, una Itala di 7433cc. sviluppava 100 cavalli, e cioè poco più di 13 cavalli per litro a 1200 giri al minuto. Alla cinquantesima Targa, vedremo sul traguardo vetture che toccheranno e supereranno i 300 cavalli, girando ad oltre 7000 giri, capaci di erogare una potenza specifica dell’ordine di 90 cavalli per litro. Sono cifre relative, tanto più che sul percorso delle Madonie, sul quale, non tanto sono le potenze massime a contare, quanto le doti di accelerazione delle vetture, e quindi il rapporto potenza/peso, la loro stabilità e maneggevolezza di guida, e quindi la razionale distribuzione dei pesi. Detto questo la Targa Florio resterà sempre la corsa automobilistica per eccellenza tutti gli appassionati.

Una risposta a “Trabia e la Targa Florio”

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