U funnu o’ Casteddu


Negli anni 80 un posto a me caro fu sempre il litorale che dalla spiaggia della tonnara terminava nella piccola caletta sotto la terrazza bastione del castello. Ci andavamo sempre, in estate per il bagno, in inverno per giocare. Ritenevo questo luogo un piccolo paradiso incontaminato da tutto e da tutti . Appena finita la spiaggetta acciottolata della tonnara si continuava verso il castello attraverso due camminamenti. Via mare, ovvero saltando sugli scogli ..e via terra, tramite un sentiero che prima in ripida salita passava dietro la contraerea circolare costruita in cemento e pietre ancora esistente e risalente alla seconda guerra mondiale, lì dove all ingresso era incisa una data in numeri romani di cui ben non ricordo più . All interno tre piccole finestrelle e un basamento anche esso circolare dove credo veniva ancorata una mitragliatrice. Mettevamo una canna su di esso e facevamo finta di sparare ad immaginarie navi da guerra. Seguiva poi un sentiero pianeggiante che arrivava alla base della torre cilindrica da cui poi una scalinata tortuosa portava o Funnu o castieddu, così chiamato il piccolo golfo sotto di esso. Lì era già proprietà privata e certe volte, anzi sempre, venivamo rimproverati.
Via mare invece si raggiungeva con molto più divertimento. Si saltava da un masso all altro e con il tempo avevamo acquistato una certa bravura. Sotto la contraerea c era una piccola baia sovrastata da uno scoglio a pizzo con in sommità un sedile in tufo. U Funnu di carabinieri così chiamato. La leggenda diceva che due carabinieri si tuffarono da lì e morirono tutti e due annegati.
Più avanti un altro scoglio con un buco particolare, quando il mare era agitatissimo e i frangenti vi si sbattevano contro, dal buco stesso usciva un soffio di acqua a pressione con uno strano rumore a volte inquietante. Più avanti si raggiungeva u Funnu o castieddu, la piccola e bellissima baia dove c era un altro scoglio rivestito in cemento a modo di piattaforma, ottimo per tuffarsi.
La visione del castello era e sarà ancora spettacolare da quel punto. Attraverso dei gradini si raggiungevano altri grandi massi e più in dentro una cavità nascosta in mezzo gli anfratti dove l acqua del mare diventava freddissima e dolce addirittura da bere, perché c era una sorgente. Sotto la terrazza bastione una piccolissima grotta a pelo d acqua dove si poteva entrare nuotando e ad uno ad uno, e dall’ altro versante le famose grotte più grandi, dimore dei gabbiani, dove si dice fu trovata la famosa croce ora in chiesa madre. Dalla terrazza certe volte vi si affacciava una donna ben vestita che ci osservava con un aspetto principesco, immaginavamo, anche se non sapevamo chi fosse. Con il passare degli anni capimmo di immaginare bene…si trattava di Olga Villi, moglie del principe Raimondo Lanza.
Non torno in quei posti da trenta anni.. ma non scorderò mai l acqua cristallina e quel fondale così limpido da vederne i pesci…non scorderò mai quelle giornate fiabesche di un epoca che fu …

Fabio Sunseri

Una risposta a “U funnu o’ Casteddu”

  1. Racconto fatti di ricordi. Ricordiamo il Sig. Zizzo, custode, insieme alla moglie e al figlio Pino. Lui sempre scalzo e abbronzato ,un tipo minuto e sempre sorridente. Ho vissuto una bella estate del 1965 tra tuffi in mare, pesca di polpi e ricci. Ancora tanto da raccontare.

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